SPETTACOLO INDECOROSO AL CIMITERO – TOMMASO CRITELLI “I RIFIUTI NON VENGONO RITIRATI DA GIORNI MENTRE, COME AL SOLITO, L’AMMINISTRAZIONE E’ LATITANTE






CARIATI – È stato detto che il grado di civiltà di un popolo si misura anche dalla considerazione in cui esso tiene i morti.
“Se è così – commenta amaro il consigliere comunale di minoranza della Lista per Cariati in quota Udc, Tommaso Critelli – qui a Cariati dovremmo occupare i gradini più bassi dell’evoluzione”.
Il riferimento è allo stato “pietoso” del cimitero: dappertutto cassonetti stracolmi di fiori, ceri e quanto adorna i loculi e le tombe degli estinti.
Ma dovrebbe essere “normale”, perché, recita Totò nella famosa “ ‘A livella”, “Ogn'anno, il due novembre, c'è l'usanza per i defunti andare al Cimitero” e, di conseguenza, il grande afflusso di visitatori generale inevitabilmente un aumento del pattume
Eppure, a sentire il pensionato M.F., non è proprio così: “Io vengo qui tutte le mattine a trovare mia moglie, ma posso assicurare che i contenitori dei rifiuti non vengono svuotati da settimane, Certamente adesso la situazione è peggiorata e lo spettacolo che si offre alla pietà dei “vivi” è indecoroso”.
Spiega Critelli: “Sono moltissimi i cittadini che mi stanno contattando per segnalare la vergognosa situazione, giunta al limite proprio oggi, proprio quando c’è tantissima gente che arriva anche da lontano per una visita ai propri cari trapassati. Non è questo il modo di gestire il cimitero dove la pulizia dovrebbe essere un dato acquisito e quotidiano. Ma qui le cose vanno all’incontrario, con tanti saluti al rispetto che si deve a chi non c’è più. Sul tema la giunta civica è latitante. Avevano assicurato una sorta di anagrafe cimiteriale ed addirittura una mappa posta all’esterno con tutte le indicazioni ai visitatori, compresa quella che segnala gli spazi liberi per la sepoltura o l’inumazione. Invece si preferisce non affrontare il problema o ad ingarbugliarlo sempre più. Ad esempio, ancora non è dato di sapere chi quanti sono gli addetti che dovrebbero occuparsi della manutenzione”.
Nella poesia del Principe Antonio de Curtis lo spazzino ed il marchese concludono: “Sti ppagliacciate 'e ffanno sulo 'e vive: nuje simmo serie... appartenimmo â morte!"

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