OSPEDALE, ULTIMA ORA – SANITA’ PIANO DI RIENTRO: IL VITTORIO COSENTINO NON C’E’…. “CAPUTO” Il popolo del basso ionio continua a difendere con i denti l’ospedale ed ildiritto alla salute






CARIATI – Pasquale Loiacono - Ospedale: forse il dado è tratto. Ma il sindaco cariatese Filippo Giovanni Sero, e tutta la popolazione del Basso Jonio cosentino, non demordono.
La tensione sale sempre di più e questa sera, nel piazzale dell’ospedale, c’era un mare di gente ad ascoltare i primi cittadini che riferivano sulle ultime novità, invero immutate.
Sero non risparmia frecciate pungenti e dirette al governatore Scopelliti che era tornato ad avanzare sospetti su “oscure manovre” che fomenterebbero la “rivolta” popolare: “Non nascondiamo alcun interesse poco chiaro o di lobbies ‘ndranghetiste. Stiamo solo rispettando la Costituzione che tutela il diritto alla salute per tutti. Il nostro presidio non ce lo lasceremo scippare da nessuno, e lotteremo fino a quando avremo l’ultima stilla di energia. Scopelliti non sa quanti sacrifici, quanta strada si è dovuta percorrere per realizzare questo ospedale, e noi non cederemo a chi vuole distruggere una conquista di civiltà lasciataci dai nostri padri. Non cederemo mai”.
La comunità ritrova un’unione impensata e cerca di percorrere tutti i canali istituzionali: “Ma la guardia non sarà abbassata, perché la nostra dignità non è merce di scambio quando si lotta per un diritto elementare come quello della salute. Non è possibile che la ragione politica prevalga sui diritti di un popolo: lo sappia il presidente Scopelliti. In questa battaglia non siamo soli: abbiamo con noi tutto lo Jonio cosentino, ed insieme stiamo lottando per la tutela dei presidi ospedalieri di Trebisacce e Cariati, i cosiddetti ospedali di frontiera ove mai si è registrato un caso di eclatante malasanità”.
Sero ribadisce quanto la Sibaritide ha già proposto alla regione: costituire gli ospedali riuniti che includano anche il “Chidichimo” e il “Cosentino”: un’unica struttura organizzativa.
Filippo Giovanni Sero scatenato: “Invito i sindaci di Rossano e Corigliano ad uscire finalmente allo scoperto. I loro comuni pagheremmo il prezzo più alto di questo Piano scellerato, perché gli ospedali di quelle città non riusciranno a sopportare il peso di un territorio di oltre 200 mila abitanti”.
Il sindaco di Cariati stigmatizza la disinformazione (“una cappa di silenzio incredibile”) sui noti episodi occorsi a Catanzaro e Cosenza: “Siamo gente civile. Non abbiamo teso nessun agguato, né aggredito nessun collaboratore del presidente, e non c’è nessun mandante o fomentatore d’odio. Il dissenso civile si manifesta anche coi fischietti. Rifletta Scopelliti”.
Sero Caustico: “Ma non abbiamo bisogno di replicare. La cosa è talmente ridicola da aver fatto ridere l’Italia intera. Pensate, ci sono dei parlamentari calabresi, di questa zona, sempre in silenzio, che adesso si sono presi la briga di avanzare un’interrogazione al ministro degli interni. Vogliono sapere chi ha pagato gli autobus per Cosenza e chi ha comprato i fischietti, i fischietti armati con pallottole calibro 9. Con tutti i problemi che ci sono in Calabria, si cerca il mandante delle trombette. È vergognoso, così come è vergognoso chiedere più tutela e protezione per Scopelliti, come se in questo territorio fossimo tutti dei criminali”.
Sero accusa un malore, fortunatamente rientrato, subito dopo il discorso, cui sono seguiti gli interventi di Mario Sero (capogruppo consiliare del Pd) ; del sindaco di Crosia, Gerardo Aiello, e dell’assessore provinciale Leonardo Trento.
Mario Sero ribadisce la propria vicinanza al sindaco e a tutta l’amministrazione: “non c’è mai stato spirito d’unità come adesso. Il popolo cariatese e del Basso Jonio sta facendo sentire la sua voce, la sua legittima voce. Non tolleriamo scippi da Scopelliti e dalla sua giunta o da qualche consigliere che è venuto qui a saccheggiare voti per poi utilizzarla coltivando gli interessi suoi e quelli della sua città. Questa non è una terra di conquista e se ci vogliono rubare l’ospedale, noi lo faremo vivere tenendo sempre accese le luci di quei reparti che hanno salvato migliaia di vite umane grazie all’abnegazione, alla professionalità ed alla’lto spirito di sacrificio dei nostri medici e dei nostri infermieri, gente cui va tutto il nostro ringraziamento”.
Gerard Aiello rimarca: “Questo non è l’ospedale di Cariati. È l’ospedale di tutti. L’ospedale che ha garantito buona salute; l’ospedale che non ha mai avuto un solo caso di cattiva sanità; l’ospedale dove sono nati i nostri figli; dove abbiamo curato i nostri genitori; l’ospedale della tutela della vita”.
Leonardo Trento ripercorre le tappe di un settembre “terribile” e spiega le prossime mosse, le quali non escludono azioni eclatanti, tali da lasciare un segno indelebile nella storia del territorio.
Per finire, l’impressione netta è che la protesta continuerà, sempre più forte.
Lunedì prossimo è previsto uno sciopero generale in tutto il Basso Jonio, con manifestazioni di popolo a Cariati.






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